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La pittura vittoriana di fate nacque a Palazzo Te? Henry Fuseli a Mantova | Verità o leggenda

Le atmosfere fantastiche di Palazzo Te di Mantova potrebbero essere state una delle ispirazioni di Henry Fuseli, il pittore svizzero naturalizzato inglese e considerato il precursore del fairy painting?

Questa ipotesi suggestiva, che unisce pittura e mitologia attraverso l’arte di più epoche e nazioni, rimbalza fra i lavori di vari studiosi e se ne può trovare traccia in più pubblicazioni, senza tuttavia mai trovare una conferma o smentita vera e propria.

Non è facile dare una risposta univoca alla domanda, ma i fatti possono aiutare ad avventurarsi in questa affascinante possibilità.

I fatti: il viaggio di Henry Fuseli in Italia e a Mantova

Johann Heinrich Füssli, noto come Henry Fuseli (1741-1825), il primo pittore vittoriano di fate, passò per Mantova durante il suo viaggio in Italia svolto tra il 1778 e il 1779, che lo portò a fare tappa anche a Roma, Bologna, Parma e Milano.

Quando nel 1764 Fuseli approdò a Londra, dopo un lungo soggiorno in Germania, si appassionò profondamente alle opere shakesperiane e iniziò a sbocciare come artista, tanto da sentire il bisogno di perfezionarsi in Italia.

La visita dell’artista nella città dei Gonzaga avvenne nel periodo in cui l’edificio era appena stato riscoperto dopo un lungo periodo di abbandono. Tra il 1774 e il 1777 erano iniziati i lavori di restauro di Palazzo Te, che per molto tempo era stato lasciato a se stesso, tanto che il magistrato francese Charles de Brosses giunto in città nel 1739 lo descrisse come trascurato e in abbandono (si può approfondire lo stato di Palazzo Te in quegli anni in questo bollettino).

Fu a Palazzo Te che Fuseli si imbatté in una figura specifica: una decorazione di Giulio Romano, collocata nella Camera del Sole e della Luna, che ritrae “il sogno di Ecuba”.

Essa è una rappresentazione di Ecuba, seconda moglie di Priamo e madre di 19 figli, fra cui il primogenito Ettore: quando attendeva il figlio secondogenito Paride, ebbe una visione secondo la quale il bimbo in arrivo avrebbe scatenato la guerra di Troia. Madre e moglie devota, in seguito fu ripudiata e divenne schiava di Ulisse.

L’incubo di Fuseli e la somiglianza con la Ecuba di Palazzo Te

L’incubo (The Nightmare) di Henry Fuseli

Ciò che diversi studiosi hanno evidenziato è una possibile somiglianza tra la Ecuba rappresentata a Palazzo Te e la figura che appare in una delle opere più famose di Fuseli, ovvero L’incubo, tit. or. The nightmare.

Olio su tela, realizzato nel 1781 ed esposto a partire dal 1782, L’incubo rappresenta una donna che sta sognando, in una stanza in penombra. A caratterizzare il quadro, sono la posizione scomposta della protagonista causata dal sonno tormentato, nonché le figure spaventose che rispecchiano le creature che popolano, appunto, i suoi incubi. Esse sono incarnate dal diavoletto-incubo che è posato sul suo ventre e dalla testa di cavallo che incombe da sinistra.

Interessante a livello simbolico è la presenza del cavallo: non solo animale psicopompo, capace di muoversi tra il mondo reale e l’aldilà, esso fa riferimento anche al titolo del quadro e alla sua etimologia. La parola “nightmare” ha infatti il significato originale di “cavallo della notte”, nel senso che alla parola “night” (notte) è unita la parola “mare” derivata dal termine celtico “mahr”, il cui significato è “cavallo”. In proposito, un riferimento si trova anche in “Misteri Morenici” per la presenza di un luogo, sul territorio gardesano, il cui nome ancora oggi ricorda appunto la parola “mahr”.

Riguardo al confronto tra la decorazione di Palazzo Te e il dipinto, è inesorabile notare la somiglianza tra la posizione della donna tormentata dagli incubi e di Ecuba nel palazzo gonzaghesco. Proprio questo fa pensare che quest’ultima possa essere stata di ispirazione a Fuseli.

Il Sogno di Ecuba: il medaglione di Palazzo Te a Mantova

Dato che quello non era il tempo dei social network e delle videocamere digitali, né la fotografia era ancora stata inventata (fu presentata ufficialmente solo nel 1839), possiamo solo immaginare Fuseli che contemplò per ore questo medaglione, colpito dal soggetto, oppure che ne realizzò uno schizzo per portare con sé un’idea che avrebbe poi espresso in tutto il suo splendore.

Il Sogno di Ecuba è un soggetto ricorrente a Mantova: esso è rappresentato anche in un affresco (di Giulio Romano e aiuti) che si trova a Palazzo Ducale nella Sala di Troia.

Verità o leggenda?

Il titolo di questo articolo è ovviamente una provocazione, ma è importante notare l’influenza che l’arte italiana ha avuto da sempre sullo scenario internazionale.

Gli artisti, soprattutto quelli inglesi, considerarono l’Italia la meta preferita per i loro Grand Tour e per acquisire conoscenze laddove era più naturale acquisirle: dove esse avevano raggiunto il proprio apice.

Per scoprire di più del fairy painting è disponibile questo dossier, utile per immergersi nelle atmosfere del primo romanzo al mondo dedicato alla pittura di fate.

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