(Tutto il materiale è © SIMONA CREMONINI)
L’1 gennaio è la Festa di Giano, il dio bifronte: colui che guarda l’interno e l’esterno, l’oriente e l’occidente, il passato e il futuro, che presiede il passaggio da una condizione a un’altra; il suo culto è attestato anche intorno al lago di Garda.
In questo giorno, inoltre, la Chiesa celebra il quinto Abate di Cluny, Odilone: egli fu non solo amico ma anche biografo di Adelaide di Borgogna, la regina italiana fuggita attraverso il lago di Garda, come ricordano molte leggende della zona.
Di Giano e Adelaide e della loro presenza attorno al lago si può scoprire di più sul libro “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda“.
Il 2 gennaio 1891 moriva Antonio Stoppani: paleontologo e padre della geologia italiana, fu autore dell’opera “Il Bel Paese. Conversazioni sulle bellezze naturali la geologia e la geografia fisica d’Italia.”
Sul lago di Garda è ricordato come scopritore delle Marmitte dei Giganti nell’Alto Garda.
Di Stoppani e delle sue scoperte gardesane si può leggere sul libro “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda“.
Il 2 gennaio è anche la data di morte di una beata bresciana a cui ci sono alcuni accenni nel romanzo “Le streghe del Monte Corno“, ovvero Stefana Quinzani.
Il 2 gennaio 1952 muore l’architetto Giancarlo Maroni, noto per aver collaborato alla progettazione del Vittoriale degli Italiani per Gabriele d’Annunzio.
Il 3 gennaio l’Ordine dei Dominicani ricorda Stefana Quinzani, la beata citata anche in “Le streghe del Monte Corno“, una delle antenate di Brunella Quinti.
Anticamente il 3, 4 e 5 gennaio si celebrava la festa di Compitalia, dedicata agli spiriti Lares, considerata anche la “Festa dei crocicchi“: la dea di riferimento era la dea Mania. Dei crocicchi e di ciò che significano per la regione gardesana si può scoprire di più sul libro “Misteri Morenici“.
Una giornata al femminile, quella del 5 gennaio. In questa data nel 1624 l’Inquisizione romana assolve Isabella Gonzaga del ramo di Novellara dalle accuse di stregoneria, vicenda spiegata nei dettagli nel libro “Mincio Magico“.
In questo giorno inoltre tutto ci richiama al culto della “regina delle selve”, la dea Diana, che nella notte tra il 5 e il 6 gennaio volava con il suo corteo per benedire la semina e il futuro raccolto.
Non potendone cancellare l’esistenza, la Chiesa fece sì che fosse trasformata in una vecchina brutta ma benefica e ne mescolò la personalità con quella della Dea Strenna che, per tradizione, al Solstizio d’Inverno portava doni ai bambini romani.
Nasceva così la nostra Befana. Della dea Diana e di dove trovarne traccia sul lago si può scoprire di più sul libro “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda“.
A un primo sguardo distratto potrebbero far venire in mente i roghi medievali delle streghe… In realtà i brujej del 6 gennaio, i grandi falò accesi in molti paesi e nelle corti in occasione dell’Epifania, una delle tradizioni del lago, sono molto più antichi e hanno origini arcaiche.
Per sapere di più dei brujej e degli aspetti stregoneschi del lago si può scoprire di più sul libro “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda“.
Come invece racconta “Mincio Magico“, qualche giorno prima del 6 gennaio 1899 un caciaro dalle parti di Grazie di Curtatone fa un incontro particolare… un aneddoto tutto da scoprire nel libro.
L’8 gennaio 1405, come raccontano le leggende locali di Valeggio sul Mincio, sulle colline moreniche del lago di Garda, gli armigeri di Giacomo da Carrara (che aveva preso possesso della città) arrestarono il castellano Andriolo da Parma: il suo fantasma ancora aleggia in questi luoghi, come ricostruito in “Misteri Morenici“.
Il 9 gennaio 1873 muoiono Napoleone III e Vittorio Emanuele II, primo Re d’Italia. Stessa data di morte per due dei protagonisti delle battaglie della II guerra d’Indipendenza combattute sulle colline moreniche. Di questa e di altre coincidenze inquietanti sulle colline moreniche del lago si parla nel libro “Misteri Morenici“.
“Il 10 di gennaio una chiara giornata fa sbocciare una buona annata“. Così recita un proverbio della Val d’Aosta… Che possa valere anche per il lago di Garda?
Sempre il 10 gennaio, nel 1505, l’inquisitore di Mantova scrive una terribile lettera al Marchese Francesco: una vicenda che sfocia in un grande processo alle streghe che coinvolgerà anche il lago di Garda. I dettagli si possono trovare nel saggio “Mincio Magico“.
L’11 gennaio 1536 nacque Giuseppe Milio Voltolina, autore di “De hortorum cultura“, ovvero “La coltivazione degli orti“. Alcune delle storie meravigliose e fantastiche e delle creature da lui raccontate sono illustrate in “Fantastico Garda“, il bestiario del lago.
Al santo del 12 gennaio, San Modesto, in Veneto viene collegato un proverbio: “A San Modesto el fredo vien col zesto”.
Ma oggi occorre ricordare anche un’antica festa che ha a che fare anche con il lago e con i miei libri: il 12 gennaio era Compitalia, festa dei crocicchi, e ogni famiglia appendeva al portone della casa una statuetta della Dea Mania. Per scoprire di più sui crocicchi e sul rapporto con il territorio lacustre c’è il saggio “Misteri Morenici“.
Oggi 13 gennaio si celebra Sant’Ilario, Vescovo di Poitiers e patrono di Parma, dove si racconta una leggenda legata… alle sue scarpe! Si narra che in inverno, mentre si stava dirigendo a Roma al cospetto del Papa, Sant’Ilario si ritrovò con le scarpe troppo consumate e un ciabattino gli donò un paio di calzature nuove: il giorno dopo quest’uomo generoso scoprì che le vecchie scarpe di Sant’Ilario erano diventate d’oro. Questo miracolo è ricordato anche attraverso un dolcetto parmense chiamato “scarpetta di Sant’Ilario“, che ha la forma appunto di una calzatura. Molte altre storie curiose di cibi, anche legate ai santi, si trovano in “La leggenda vien mangiando“.
Su questo santo c’è anche un proverbio che dice:
“Sant’Ilario barba bianca
Sant’Antonio gliela spianta“.
Attorno al lago di Garda, esiste una frazione di Sant’Ilario a Rovereto.
Il 14 gennaio 1990 la Gazzetta di Mantova pubblica un articolo curioso, che richiama un vecchio aneddoto raccontato a Grazie di Curtatone con protagonista una signora molto particolare: forse l’archetipo è più antico, ma di fatto si tratta di un importante contributo alla diffusione di una futura leggera metropolitana. I dettagli si possono scoprire su “Mincio Magico“.
Il 15 gennaio si celebra San Mauro Abate, discepolo di San Benedetto. Una leggenda racconta che San Mauro, ancora giovanissimo, fu avvisato dal maestro che il suo confratello Placido stava annegando e non ci pensò due volte a lanciarsi per salvarlo: quando Placido fu sottratto al pericolo, però, San Mauro si accorse di aver camminato sopra le acque.
San Mauro è associato, in un proverbio, a un altro santo molto noto celebrato in questi giorni invernali: si dice infatti che “A San Mauro (15 gennaio) un freddo del diavolo, a Sant’Antonio (17 gennaio) un freddo del demonio“.
Parlando della sua presenza attorno al lago… Una Chiesa dedicata a San Mauro si trova a Moscheri, nel territorio comunale di Trambileno (Trento). Inoltre lo studioso quattrocentesco Dalla Corte nella sua Istoria della Città di Verona indicò che Mori anticamente era chiamata “Terra di San Mauro“.
Il 16 gennaio si celebra San Tiziano, patrono di Vittorio Veneto, sul quale si racconta una leggenda molto simile a quella sul trafugamento delle spoglie di Sant’Ercolano sul lago di Garda. Vissuto santamente, Tiziano morì a Oderzo, dove venne sepolto e da dove iniziò la sua venerazione. Da Eraclea, dove era nato, giunsero i suoi parenti che nottetempo rubarono il suo corpo per riportarlo nella loro città: quando il furto venne scoperto, per pacificare gli animi, il santo venne posato su una barca perché il volere di dio decidesse la sua destinazione. Ma il corpo venne rubato di nuovo e posto su un carro che i buoi non furono però in grado di muovere e che si spostò solo dopo divina rivelazione. Infine gli animali si fermarono nella città di Céneda, oggi nella Diocesi di Vittorio Veneto.
Il 16 gennaio 1916, a causa di un incidente aereo, Gabriele d’Annunzio perde l’uso di un occhio, quello destro. Costretto a letto, in quei mesi, compone il Notturno, un’opera che cambierà la letteratura italiana, scritta su striscioline di carta. E all’interno scrisse: “Questa è la mia magìa. Nel dolore e nelle tenebre, invece di diventar più vecchio, io divento sempre più giovine“.
Ogni 17 gennaio si festeggia Sant’Antonio Abate, un santo avvolto da numerose leggende e molto popolare attorno al lago di Garda: a lui è intitolata anche la Fiera annuale di Lonato, che si svolge nel fine settimana a cavallo di questa data, ma la sua figura è coinvolta con molti aneddoti e per molti aspetti nel folklore locale, come è spiegato in un lungo capitolo nel libro “Misteri Morenici“.
Il 17 gennaio anticamente era anche la Festa di Odino, dio norreno con un solo occhio: secondo una leggenda fu lui, passando attraverso la roccia, a creare le pietre forate, che sono diventate l’amuleto della famiglia protagonista della Saga delle Streghe Quinti.
Sul lago questa giornata è anche ricordata per un fatto storico: il 17 gennaio 1482, nel giorno di Sant’Antonio Abate, viene consacrato il Santuario del Carmine di San Felice del Benaco.
Numerosi sono i proverbi legati a Sant’Antonio Abate come: “Sant’ Antonio dalla barba bianca, se non nevica non si mangia“.
Il 18 gennaio 1547 moriva il letterato Pietro Bembo, che in un suo poemetto narrò la leggenda della nascita del lago di Garda.
Questo giorno, nell’anno 1485, è legato alla morte anche di un altro personaggio gardesano, il Beato Andrea da Peschiera, celebrato oggi dalla Chiesa. Una leggenda racconta che, quando decise di abbandonare Peschiera del Garda per i continui litigi con i propri fratelli, stese il proprio mantello tra le onde del lago e questo, come una solida barca, lo trasportò per un tratto: i fratelli, stupiti per il prodigio, si convertirono al Cristianesimo.
Il 18 gennaio, nel 1954, muore inoltre Maria Hardouin d’Annunzio, unica moglie del Vate che visse a Gardone Riviera dopo la sua morte.
Il 19 gennaio 1809 nasceva uno dei padri del genere horror, Edgar Allan Poe: uno dei suoi racconti è analizzato in “La paura danza in collina“, il breve saggio sul rapporto tra la collina e la paura.
In questo giorno, nel 1829, vi fu la prima teatrale del Faust di Johann Wolfgang von Goethe: quest’opera è citata nel libro “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda“, perché questo grande letterato passò anche per il lago di Garda.
Il 20 gennaio si celebra San Sebastiano, patrono dei militari e di tutte le figure che hanno a che fare con le punte e con le frecce, come gli arcieri e i fabbricanti di aghi. Molte leggende avvolgono San Sebastiano, che fu condannato a morte dall’imperatore Diocleziano per aver confessato la sua fede cristiana. Bersaglio delle frecce delle milizie imperiali, tuttavia fu trovato vivo da una vedova, Irene, che voleva dargli degna sepoltura nelle catacombe. Miracolosamente, ben presto San Sebastiano si riprese e apparve all’imperatore per rimproverarlo per le persecuzioni nei confronti dei cristiani.
Numerosi sono i proverbi che sono legati al santo del 20 gennaio, fra cui “Per San Sebastiano un’ora abbiamo“.
Attorno al lago di Garda legati a San Sebastiano sono da ricordare, fra gli altri, l’Oratorio San Sebastiano a Cavriana e la Chiesa a lui dedicata a Gaino di Toscolano.
Numerosi sono i proverbi che sono legati a una santa celebrata il 21 gennaio, Santa Agnese, fra i quali: “Sant’Agnese, il freddo è per le siepi“.
Santa Agnese è ricordata per aver preferito il martirio al matrimonio, quando aveva già vocato la propria vita a Dio. Dopo la sua morte, le è associata la guarigione della figlia dell’imperatore, recatasi a pregare sulla sua tomba.
La figura di Sant’Agnese è presente, tra l’altro, nella parrocchiale di San Felice del Benaco, presso la Chiesa a lei dedicata a Verona e a Cecina di Toscolano nella Chiesa di San Nicola.
Il 22 gennaio 627 morì la regina longobarda Teodolinda: la sua reggia, scenario di leggende, era sulla Rocca di Garda, come raccontato in “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda“.
Nello stesso saggio si parla anche di un letterato nato in questo giorno nel 1788, George Byron: nel 1816, in una delle sue lettere dall’Italia, scriveva di una città sommersa nel lago di Garda.
Il 22 gennaio si celebra San Vincenzo, oggetto di alcuni proverbi come “A San Vincenzo l’inverno mette i denti”.
Il 22 gennaio si ricorda anche Giovita Scalvini, morto in questo giorno nel 1843: bresciano, tradusse la prima parte del Faust di Goethe.
Il 23 gennaio 1964 a Sirmione muore Benedetta Bianchi Porro, dichiarata venerabile e in seguito beata dalla Chiesa cattolica: accolse la malattia come una grazia che Dio le aveva donato.
La notte tra il 24 e il 25 gennaio è la “Notte di San Paolo dei segni“, durante la quale tradizionalmente possono essere svolti dei riti per capire quale sarà l’andamento meteorologico dei prossimi mesi e, per i contadini, come occorrerà comportarsi con le prime semine. Il 24 gennaio, perciò, occorre posizionare dodici spicchi di cipolla su un vassoio di legno o un tagliere e versare sopra un po’ di sale. Poi il tagliere dovrà essere messo fuori per tutta la notte e rivolto a Oriente. All’alba del 25 gennaio si dovrà ritirare il tagliere e, senza far passare troppo tempo, osservare come il sale ha interagito con le cipolle. Il fatto che il sale sia sciolto o meno potrebbe dare delle indicazioni sulle precipitazioni e sul clima secco dei mesi a venire.
Di questo rito si trova traccia anche attorno al lago di Garda, nelle tradizioni locali di diversi paesi come Valeggio sul Mincio.
San Paolo, celebrato il 25 gennaio in occasione della sua Conversione al Cristianesimo, è un santo molto popolare, e lo è anche sul lago di Garda: è richiamato a Torri del Benaco e Toscolano, le cui chiese parrocchiali sono intitolate a lui e a San Pietro, così come è presente ad Arco con l’Eremo di San Paolo. Più di 1000 fa, nel Monastero di San Paolo a Castel Venzago di Lonato, secondo una tradizione locale, trovò rifugio Adelaide di Borgogna in fuga da Garda.
Alla festa di San Paolo sono legati anche diversi proverbi come “Se per San Paolo è sereno, abbondanza avremo”.
Il 27 gennaio in epoca romana si rievocava la “dedicatio” del tempio ai Dioscuri, i gemelli Castore e Polluce. Queste due divinità, due dèi protettori dei naviganti, sono associati anche a Catullo, come raccontato attraverso le avventure di Brunella Quinti nel romanzo “La leggenda degli amanti del lago“.
Il 27 gennaio, nel 1302, viene emessa la sentenza di condanna dalla città di Firenze contro Dante Alighieri. Tra i luoghi raggiunti dopo l’esilio vi è anche il lago di Garda, che Dante cantò nella Commedia con il nome di Benàco, pronunciato però in modo diverso nei toponimi locali.
Il 27 gennaio 1995 muore il poeta e drammaturgo francese Jean Tardieu, che visse sul lago e gli dedicò anche dei versi, di cui alcuni citati nel mio libro “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda“.
Il 27 gennaio, ma del 1945, è il giorno di morte anche di Berto Barbarani, il poeta veronese dialettale che dedicò celebri versi alla regina Adelaide di Borgogna.
Il 27 gennaio 1917 muore la madre di Gabriele d’Annunzio: da allora, come scrive lui stesso, il 27 resterà il giorno mistico di tutti i suoi mesi.
Non da ultimo, il 27 gennaio Desenzano del Garda festeggia la sua patrona, SantAngela Merici, protagonista di diverse leggende legate ai luoghi in cui ebbe la sua famosa visione e personaggio presente anche nel romanzo “Le streghe del Monte Corno“.
Gli ultimi 3 giorni di gennaio, dal 29 al 31, sono chiamati “Giorni della Merla“: alcune leggende parlano di una merla che in questi giorni così freddi si rifugiò in un camino e per questo diventò nera.
Proprio una merla – il diavolo sotto mentite spoglie – cercò di fermare i santi Benigno e Caro quando dovevano andare a Verona a scortare le antiche spoglie di San Zeno, come raccontato nel saggio “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda“.
Il 30 gennaio 1864 nasce la moglie di un importante personaggio gardesano di adozione: Maria Hardouin d’Annunzio, moglie del Vate, nobile di nascita e divenuta principessa di Montenevoso grazie al titolo ottenuto dal marito Gabriele d’Annunzio.
Il 31 gennaio gli antichi Celti celebravano Imbolc, festa legata profondamente alla rinascita dall’inverno. E questo passaggio dell’anno continuò a essere richiamato anche dalle culture seguenti, tanto che il Cristianesimo vi fissò una festa importante come la Candelora (2 febbraio) durante la quale venivano benedette le candele da usare durante l’anno per i riti sacri. In questi giorni sacri è ambientata la parte conclusiva del romanzo “La leggenda degli amanti del lago“.
Inoltre il 31 gennaio 1391 nella corte dei Gonzaga due servi si confidano: entro pochi giorni quelle confidenze si insinueranno come uno spettro nella vita dei Signori di Mantova. La vicenda, in tutti i suoi retroscena, è raccontata in “Mincio Magico“.