Menu Close

(Tutto il materiale è © SIMONA CREMONINI)

L’1 febbraio la Chiesa celebra Santa Brigida, santa irlandese corrispondente a una figura più antica del celtismo, Brigid, le cui celebrazioni si concentravano attorno al 31 gennaio (Grande Sabba di Brigid) e che come dea celtica era spesso associata a Minerva: Brigid era la Madre Terra, protettrice del fuoco sacro.
Santa Brigida, badessa di Kildare, ne ereditò diversi tratti, ma ebbe essa stessa modo di diventare oggetto di leggende: una narrava che fosse stata bruciata all’alba del 1º febbraio, proprio nel corso della festa di Imbolc.
Il culto di Santa Brigida si diffuse anche in Italia e delle tracce si trovano anche nella regione gardesana, nelle province attorno al lago di Garda. Per esempio non lontano da Trento, a Roncegno, esiste una chiesa di Santa Brigida che dà il nome a una frazione.
L’1 febbraio 1851 moriva la scrittrice Mary Shelley, autrice di Frankenstein e tra i partecipanti alla celebre “Notte di Villa Diodati“, richiamata anche nella presentazione del romanzo “Il Sigillo di Sarca” uscito in occasione del 200 anniversario di quell’evento fondamentale, in cui nacque il genere horror. Nel 1842 proprio Mary Shelley, passando per il Garda, quotò le parole di Dante per descrivere il lago: “High up, in lovely Italy…
Gabriele d’Annunzio l’1 febbraio del 1921 prende in affitto per un anno la villa di Cargnacco (contrada di Gardone Riviera) che il Governo italiano aveva sequestrato come risarcimento dei danni di guerra al dottor Thode.

Il 2 febbraio 962 Ottone I, re di Germania, è incoronato imperatore del Sacro Romano Impero: insieme a lui la moglie, una regina d’Italia che diviene imperatrice dopo essere diventata la protagonista di molte leggende del lago di Garda. Ovviamente si tratta di Adelaide di Borgogna, un personaggio che in una sola notte magica avrebbe attraversato tutti i luoghi del lago e il cui fantasma è il personaggio che le ragazzine vogliono richiamare nella prima scena del romanzo “Il Sigillo di Sarca“, durante una seduta spiritica che cambierà le loro vite.
Sempre il 2 febbraio nel 1926 nacque lo scrittore ed enologo Luigi Veronelli, che decantò anche il Lugana, vino del lago avvolto da tante leggende, con queste parole:
Bevi il tuo Lugana giovane, giovanissimo, e godrai della sua freschezza. Bevilo di due o tre anni e ne godrai la completezza. Bevilo decenne, sarai stupefatto della composta autorevolezza.
I Lugana, cosa rara nei vini, hanno una straordinaria capacità di farsi riconoscere.
Tu assaggi un Lugana e, se sei un buon assaggiatore, non puoi dimenticarlo
”.
Il 2 febbraio è anche il giorno della Candelora, momento molto importante per la tradizione popolare che ricorda la festa anche con numerosi proverbi come “Per la santa Candelora se nevica o se plora dell’inverno siamo fora“. Nel giorno della Candelora si conclude anche il romanzo “La leggenda degli amanti del lago” e, con esso, la Saga delle Streghe Quinti.
A Mantova il 2 febbraio, per la precisione del 1797, è legata all’entrata in città di Napoleone Bonaparte, episodio ricco di leggende raccontate in “Mincio Magico“.
Il 2 febbraio 1927 al Vittoriale degli Italiani, a Gardone Riviera, vengono avviati i lavori all’ala di Schifamondo.

Il santo del 3 febbraio è ben noto in molte località del lago di Garda: San Biagio è Patrono di Rivoltella di Desenzano e di Cavriana, ed è a lui che è dedicata la famosa Isola dei Conigli di Manerba, ovvero l’Isola di San Biagio.
La sua figura è avvolta da molte leggende, come racconta il saggio “Misteri Morenici“: per esempio quella secondo la quale avrebbe salvato la vita a un bambino che aveva una lisca di pesce conficcata in gola.
Su San Biagio la tradizione popolare ha sempre costruito anche molti proverbi, tra i quali “Per San Biagio il freddo goccia il naso“.

Sant’Agata, la merenda ritornata“. Pare che Sant’Agata, la cui festa cade il 5 febbraio, anticamente fosse considerato il giorno in cui si potevano trovare di nuovo i funghi dopo il freddo dei mesi precedenti: ecco spiegato questo proverbio, ripreso anche nel saggio “La leggenda vien mangiando“, libro in cui è contenuta anche la leggenda sulla nascita dei funghi.
Molte sono le leggende legate a SantAgata, come quella dell’Impronta. Quinziano tentò infatti di convincerla a concedersi ai piaceri terreni ma la ragazza rifiutò e replicò: “È più facile che si rammollisca questa pietra che il mio cuore” e subito dopo batté il piede che segnò con un’orma proprio la pietra, conservata ancora oggi a Catania.
Il 5 febbraio 1457 a Orzinuovi, nel bresciano, nasceva Stefana Quinzani, beata della Chiesa, ben nota anche presso le corti nobili come quella dei Gonzaga, che più volte cercarono di convincerla a fondare il suo monastero a Mantova. Stefana è citata anche nel romanzo “Le streghe del Monte Corno“, dove la sua storia è parte del racconto della Saga delle Streghe Quinti.

Il quadro “Malcesine”, Gustav Klimt (fonte immagine: internet)

Il 6 febbraio 1918 moriva Gustav Klimt. Nel 1913 l’artista austriaco realizzò uno o forse due dei suoi quadri utilizzando un telescopio: le opere erano “Kirche in Cassone” e “Malcesine“, quest’ultima distrutta in un incendio e tramandata a oggi solo grazie a fotografie.
Klimt soggiornava a Tremosine, presso l’albergo Morandi, sulla sponda bresciana del lago di Garda: dal porto di Campione, con un cannocchiale, inquadrò la riviera opposta e le case di Malcesine, così come la Chiesa di Cassone, fissando sulla tela un paesaggio e dei dettagli che oggi non esistono più.
Il 6 febbraio 1391 a Mantova si svolge il processo contro Agnese Visconti, accusata di aver tradito il marito, forse per eliminare una donna divenuta ormai scomoda: qualcuno racconta di incontrare il suo fantasma ancora oggi, come raccontato assieme alle cronache storiche sul suo processo nel libro “Mincio Magico“.
Il 6 febbraio, inoltre, nella tradizione popolare è un giorno segnalatore del tempo, è SantaDorotea: si dice che porti la neve, e che sia il giorno in cui ne cade di più.
Santa Dorotea è patrona dei giardinieri e dei fiorai, ma anche dei birrai e dei giovani sposi. Di lei si narra che venne torturata quando rifiutò di fare un sacrificio agli dei. Sulla via del martirio incontrò un certo Teofilo che, per insultarla, la invitò a portargli delle mele e delle rose: prima della decapitazione un bambino le donò tre rose e tre mele, che lei fece consegnare a Teofilo, il quale secondo la leggenda si convertì per il prodigio. L’attributo con cui ancora oggi è ritratta è un cesto di fiori e frutta.
Riguardo alla presenza di Santa Dorotea attorno al lago di Garda, una pala dedicata al martirio di Santa Dorotea si trova a Rovereto nella Chiesa arcipretale di San Marco e un affresco presso la Chiesa di Sant’Apollinare a Trento ritrarrebbe proprio la Santa.
A Verona, in città, la si può osservare in un affresco presso la Chiesa di San Siro e Libera. In provincia la sua figura è presente nella chiesa di San Pietro in Vincoli a Campo di Brenzone.
A Brescia e a Verona a ricordarla è l’impegno delle suore maestre dorotee che continuano l’opera della Santa.

Il quadro “Kirche in Cassone”, Gustav Klimt (fonte immagine: internet)

L’8 febbraio si celebra San Girolamo Emiliani (o Miani). Fondatore dell’ordine dei Chierici Regolari di Somasca e considerato il protettore degli orfani e della gioventù abbandonata, San Girolamo Emiliani si dedicò anche al riscatto delle prostitute. Il miracolo che lo fece convertire si verificò allorquando, prigioniero, si ritrovò improvvisamente libero per opera della Madonna.
Il suo nome sul lago di Garda lo si ritrova a Salò perché il santo fece tappa qui e fu invitato a pranzo dai fratelli Scaini. Nei suoi processi di canonizzazione si ricordano i dettagli di questo episodio: “Vennero portati in tavola diverse qualità di pesce proveniente dal lago di Garda. Si trattava di vere leccornie. Il santo di fronte a tanto ben di Dio, per non venir meno allo spirito di mortificazione che ormai gli era abituale, cercava di cibarsi soltanto di pane. Se ne accorse il Bertazzoli e rivolgendosi a lui sorridendo disse: «Messer Girolamo ricordatevi che “est omnis vitiosa repletio, panis pessima!”» (Ogni indigestione fa male, soprattutto quella di pane). A queste parole il Miani rispose con grande umiltà che era vero e che doveva moderare la sua ingordigia prendendone soltanto il necessario. E subito si ritirò in disparte a piangere e a meditare sulla passione di Cristo. Il prete rimase stupito e, benché non avesse il coraggio di seguirlo, rinunciò ai suoi benefici ecclesiastici e rimase povero per tutta la vita. I fratelli Scaini, da parte loro, ammirati da tanto spirito di mortificazione, lo ebbero come carissimo amico”.
In seguito una comunità somasca fu per lungo tempo presente a Salò.
Presso il Duomo di Salò oggi si può trovare una “Tela della liberazione del Miani“, che porta la firma di un artista ben noto attorno al Garda, ovvero Andrea Celesti.

San Girolamo Miani (fonte immagine: internet)

Il 9 febbraio era anticamente una festa dedicata al dio del Sole, Apollo. Questa divinità era adorata anche sul territorio gardesano: per esempio a Maderno, dove l’antica chiesa di Sant’Andrea è sorta proprio sulle rovine del suo tempio. Altri misteri su questa chiesa affascinante e sui suoi simbolismi sono tutti da scoprire in “Fantastico Garda“, il bestiario del lago di Garda.
In questo giorno il Cristianesimo celebra invece Santa Apollonia o “Santa Polonia“, colei che è considerata protettrice dei dentisti ma anche apportatrice di piccoli doni e monetine ai bambini che perdono i loro dentini. Le leggende che la riguardano nel mantovano sono contenute in “Mincio Magico“.

Nella notte tra il 10 febbraio e l’11 febbraio 1918 Gabriele d’Annunzio partecipò alla cosiddetta “Beffa di Buccari“, un’incursione ai danni delle navi austriache ormeggiate nella baia di Buccari, antistante Fiume. Tre Mas (Motoscafi Anti Sommergibile), con trenta assaltatori tra cui il Vate, comandati da Costanzo Ciano, salparono da Venezia per raggiungere il porto opposto, dove esplosero sei siluri, di cui solo uno colpì il bersaglio: infine uomini e mezzi presero la via del ritorno. L’impresa non ebbe grandi effetti materiali, ma fu di grande supporto per l’entusiasmo delle truppe impegnate su vari fronti. In quell’occasione d’Annunzio, sulla scia delle iniziali dei mezzi del M.A.S., avrebbe coniato il celebre motto Memento Audere Semper. E solo qualche anno più tardi Gabriele d’Annunzio sarebbe arrivato sul lago di Garda, a Gardone Riviera, a creare il suo Vittoriale degli Italiani.
Sempre il 10 febbraio, in un altro luogo gardesano, le cronache storiche parlano di un fortunale molto forte. Per la precisione, nel 1874 a Desenzano del Garda.

Gabriele d’Annunzio (fonte immagine: internet)

Il 12 febbraio nella tradizione romana era la Festa di Diana, Dea Vergine della Luna e della caccia: una divinità che non mancava di essere celebrata anche sul lago di Garda, a Moniga del Garda, come spiegato nel libro “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda“.

Nel calendario romano il 13 febbraio iniziavano i Lupercalia in onore di Fauno e i Parentalia, feste in onore degli antenati e dei “Mani”: con questo termine, “Manes” o “Mani”, i Romani indicavano gli antenati immortali ovvero spiriti buoni, protettori dei morti e morti loro stessi. Numerose sono le epigrafi che sul territorio gardesano celebravano i Mani: ne sono state trovate a Toscolano, a Peschiera del Garda, a Brescia, a Calvisano, a Leno, a Manerbio, a Ghedi, a Medole; inoltre “in Lugana sul tener di Rivoltella” venne ritrovato un sepolcro con una dedica ai “Diis Manibus”, e a Rivoltella una lapide che riportava la dedica ai “Dis Manibus”.
I proverbi del giorno girano attorno alla figura di Santa Fosca, come “Santa Fosca rompe il ghiaccio con la roncola” (ovvero il 13 febbraio inizia ormai a sgelare). Santa Fosca è invocata anche da d’Annunzio e il Vate, nel Fuoco, descrive l’amore di Stelio Effrena per la celebre attrice Foscarina, che nel nome riprende proprio la santa.
Il 13 febbraio del 988 d.C. muore Adalberto Atto (o Azzo o Attone) di Canossa, primo conte di Canossa, conte di Mantova e capostipite della casata che ebbe un ruolo di primo piano nelle vicende medievali italiane ed europee e da cui discese anche Matilde di Canossa.
La fortuna e l’ascesa della casata è collegata al lago di Garda e alla regina Adelaide di Borgogna: fu infatti Atto di Canossa ad accogliere Adelaide dopo la sua fuga da Garda, dove era stata imprigionata da Berengario II. Le traversie di Adelaide e le numerose leggende che da lei e dalle sue vicende sono sorte attorno al lago si ritrovano nei libri di saggistica come “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda“, nel romanzo “Il Sigillo di Sarca” e nel romanzo “La leggenda degli amanti del lago“.
Il 13 febbraio 1278, dopo due anni di prigionia, nell’Arena di Verona vennero arsi vivi quasi 170 catari in precedenza catturati a Sirmione per ordine di Mastino della Scala, signore di Verona. Una leggenda locale narra che la piccola chiesetta dei morti di Desenzano fu l’ultima dimora di alcuni di essi, che sarebbero stati sepolti qui, o qui avrebbero forse custodito il misterioso tesoro che avevano, forse, portato da Montsegur.
Il 13 febbraio è inoltre la data in cui scompare la Marchesa di Mantova Isabella D’Este. Appassionata di materie occulte, era spesso reggente per il Ducato di Mantova durante le assenze del marito Francesco II Gonzaga e spesso in viaggio verso il lago di Garda, con soste a Cavriana e a Maderno, dove il suo passaggio è rievocato anche nel Carnevale locale.

Il 14 febbraio è notoriamente la festa di San Valentino, il patrono degli innamorati. Questa giornata è legata a diverse leggende, tra cui quella che racconta di un giovane centurione romano, Sabino, che si innamorò follemente di una ragazza di nome Serapia. Egli era però pagano e i genitori di lei rifiutarono di concedergli la mano della figlia cristiana. Così Sabino si rivolse a Valentino per ricevere il battesimo, ma sui due innamorati era in agguato la malasorte: giunse infatti la tisi, per cui i due ragazzi si unirono in matrimonio ma presto morirono. Leggende raccontano inoltre dei doni che San Valentino faceva agli innamorati, ovvero i fiori raccolti dal suo giardino.
Diversi sono i proverbi a lui legati, fra cui “Per San Valentino, primavera sta vicino“.
Riguardo a SanValentino attorno al lago, in provincia di Verona, e per la precisione a Bussolengo, la chiesa locale è dedicata a questo santo. Nel territorio della provincia di Trento esiste una località San Valentino, tra il Garda e l’Adige alle spalle di Navene, e una Chiesa di San Valentino a Levico Terme, sulla piana di Caldonazzo.
Ma infine, soprattutto, nel Parco Alto Garda Bresciano c’è un itinerario che porta all’Eremo di San Valentino, nel territorio comunale di Gargnano: la leggenda legata a questo luogo è contenuta nel libro “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda“.

Il 15 febbraio dalle parti del lago di Garda non è difficile ricordarsi quale santo si festeggi: questa data, conosciuta anche come la festa dei single, è quella dedicata a San Faustino e Giovita, i due santi che sono patroni della città di Brescia.
La storia di Faustino e Giovita è quella di due giovani appartenenti a una famiglia nobile, instradati alla vita dei cavalieri. Convertiti e battezzati dal vescovo Apollonio, ben presto i loro nomi giunsero all’attenzione dei persecutori incaricati dall’imperatore Traiano: costui, sostando in città, cercò di convincerli a convertirsi al dio Sole, ma Faustino e Giovita rifiutarono e furono condannati a essere sbranati dalle belve feroci. Furono gettati in una gabbia con delle tigri, ma gli animali si limitarono ad accucciarsi ai loro piedi. Perciò molti si convertirono. Dopo numerosi tentativi di ucciderli, secondo la leggenda Faustino e Giovita finirono decapitati proprio a Brescia nella giornata del 15 febbraio.
A rafforzare la fedeltà dei bresciani fu una visione, secondo la quale i due santi furono visti al loro fianco durante lo scontro con i milanesi, che portò alla liberazione della città, il 13 dicembre 1438.

Il 16 febbraio si celebra Santa Giuliana, protagonista del proverbio (del Veneto) odierno: “Santa Giuliana el fredo se rufiana“.
Il 16 febbraio 1907 moriva il poeta Giosuè Carducci che con “La nebbia ha gl’irti colli” ha accompagnato generazioni di studenti e ha contribuito all’immaginario collettivo sulle colline, come spiegato nel libro “La paura danza in collina“.
Carducci passò per il lago di Garda allorquando nel 1882 fu commissario agli esami di maturità a Desenzano del Garda: in quell’occasione ebbe modo anche di assaggiare il vino Lugana, che si presentava decisamente meno leggero di quanto si aspettasse, e che quindi lui descrisse come “un vinetto bianco ch’è un po’ traditorello il furbetto“.
Inoltre Carducci è uno dei personaggi letterari che rievoca anche le leggende locali: nella sua ode Sirmione ricordava le città sommerse nel lago e la città di Garda, riservando una citazione indiretta anche alla Regina Adelaide.
La verde Sirmio nel lucido lago sorride, fior de le penisole. Il sol la guarda e vezzeggia: somiglia d’intorno il Benaco una gran tazza argentea, cui placido olivo per gli orli nitidi corre misto a l’eterno lauro“.
Si possono ritrovare Carducci e il suo passaggio per il Garda, con la citazione di Adelaide, fra le pagine di “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda“.

Il 17 febbraio 980 il nome di Adelaide di Borgogna, regina passata per il lago di Garda e protagonista di numerose leggende locali, appare in un diploma imperiale per una donazione fatta alla Chiesa vescovile di Merseburg.

Il 18 febbraio nel calendario pagano inizia il mese di Nion ed è il Giorno del Frassino, albero simbolo di rinascita e guarigioni. A questa pianta sul lago di Garda sono intitolati un laghetto e un celebre santuario a Peschiera del Garda. Entrambi sono al centro di emozionanti leggende narrate nel libro “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda“.
Ha un importo di circa 2 milioni di lire il preventivo che Gabriele d’Annunzio stila il 18 febbraio 1932 per allestire l’ala di Schifamondo, al Vittoriale degli Italiani, a Gardone Riviera, per realizzare (anche se poi non ci riuscirà e resteranno solo sulla carta) il Museo di guerra, una Sala d’Estremo Oriente per i décors orientali e un giardino pensile.

Nell’antica Roma il 19 febbraio si celebrava la festa di ‪Minerva‬, dea che ha lasciato una profonda eredità sul territorio gardesano, come suggerisce in vari passaggi anche il saggio “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda“.
Ma il 19 febbraio attorno al lago è legato anche a un altro evento: in questa data, nel 1870, nasce formalmente la Società di Solferino e San Martino: un ente molto importante per quanto ha realizzato dopo le battaglie risorgimentali, ma ancora oggi, perché i misteri sono ancora vivi lungo l’arco morenico. Un approfondimento al riguardo si trova nel saggio “Misteri Morenici“.

Il 20 febbraio 1926 nasce lo scrittore Richard Matheson, autore di uno dei più noti e affascinanti romanzi sulla figura del vampiro: “Io sono leggenda“. La storia narra la vicenda di Robert Neville, unico sopravvissuto umano su tutto il pianeta dopo che un’epidemia di batteri ha trasformato tutti in vampiri.
Il racconto “Buchi bianchi, riverberi verdi” che chiude “Gardesaniana“, antologia di racconti legati al lago di Garda, è un omaggio tra gli altri anche a Richard Matheson e a questo suo libro.
Il 20 febbraio si celebra Sant’Eleuterio che è ricordato anche nei pressi di Santa Croce, più precisamente a Bleggio Superiore a Trento, presso la Parrocchia di santa Croce, che più anticamente era a lui intitolata.

Il 21 febbraio la Chiesa celebra San Pier Damiani, vissuto nell’XI secolo.
Attorno al lago di Garda le sue tracce sono flebili, ma si sa che nel 1067 partecipò al Concilio convocato a Mantova da Papa Alessandro II.
San Pier Damiani è inserito anche nella Divina Commedia da Dante, nel Paradiso, ed è noto per un aneddoto che riguarda l’uso di uno strumento di cucina che oggi diamo per scontato: la forchetta.
San Pier Damiani, infatti, giudicava la forchetta un lusso diabolico, tanto da denunciare addirittura il comportamento di una principessa bizantina giunta a Venezia per sposare il doge Domenico Selvo, ovvero Teodora Anna Doukaina.
Costei infatti, secondo quanto scriveva San Pier Damiani nella sua opera “De institutione monialis”, “Non toccava le pietanze con le mani ma si faceva tagliare il cibo in piccolissimi pezzi dagli eunuchi. Poi li assaggiava appena, portandoli alla bocca con forchette d’oro a due rebbi”.
Per molto tempo, in seguito, l’uso della forchetta non fu considerato una raffinatezza ma un segno di debolezza maschile da parte dei nobili.
Altre storie e superstizioni legate al mondo dei cibi, e in particolare alla nascita delle pietanze, sono contenute in “La leggenda vien mangiando“.

Il 22 febbraio la Chiesa celebra la festa di San Pietro in Cattedra, culto che attorno al lago di Garda si può ritrovare a Valeggio sul Mincio dove in centro è presente proprio la Chiesa di San Pietro in Cattedra, oltre a essere presente una rappresentazione su una tela custodita nella chiesa di San Pietro a Calvagese della Riviera.
Per “Cattedra di San Pietro” si intende il trono ligneo, che ancora oggi è conservato nella Basilica di San Pietro in Vaticano e che da molti secoli è venerato come il seggio dal quale l’apostolo Pietro svolgeva le proprie funzioni episcopali, prima ad Antiochia e poi a Roma.
Nella data del 22 febbraio gli antichi Romani festeggiavano una vera e propria festa della famiglia, e in precedenza avevano collocato i Caristia, grandi feste per la famiglia e per i Lari, protettori della casa e dei campi.

Il 23 febbraio dalla Chiesa è dedicato a San Policarpo, santo e martire oppostosi al potere e ucciso a 87 anni. Fu condannato al rogo, ma le fiamme appiccate non lo bruciarono, perché per puro prodigio il fuoco prese la forma di una vela gonfiata dal vento e non intaccò la sua pelle, che emanò un profumo penetrante come d’incenso.
Quando fu chiaro che non era possibile ucciderlo in quel modo, lo trafissero con un pugnale ma dalla ferita uscirono una colomba e un fiotto di sangue che spense il fuoco.
San Policarpo è considerato un “bastiancontrario”.
In occasione della data del 23 febbraio c’è un riferimento da fare anche alla Saga delle Streghe Quinti del lago di Garda, legato all’immagine del fuoco sacro. Infatti in “Gardesaniana“, in uno dei racconti, la giovane Acilia raggiunge la cima della Rocca di Manerba per diventare una delle vestali che servono la Dea Minerva e in quell’occasione si imbatterà proprio in un fuoco sacro, perennemente acceso, “che lei non ha mai capito come e da chi venga alimentato“. Questo non è un elemento casuale nel racconto, ma è ispirato al fatto che nel Tempio di Vesta a Roma ardesse perennemente il fuoco sacro, spento a seguito di un editto di Teodosio I. Lo spegnimento avvenne il 24 febbraio 391 d.C.: quindi il 23 febbraio fu l’ultimo giorno intero in cui quel fuoco arse.
Il 23 febbraio è anche il compleanno di Simona Cremonini, autrice della Saga delle Streghe Quinti e di numerosi libri sulle leggende del lago di Garda e della sua regione.

Gardesaniana antologia di racconti lago di Garda

Vi sono dei luoghi, attorno al lago di Garda, che trasudano atmosfere così suggestive quanto antiche: il Monte Corno di Desenzano, che fa da copertina a “Misteri Morenici“, è uno di essi.
Ancora prima che il Cristianesimo vi mettesse in scena i propri riti, processioni e simboli, popoli più antichi lo avevano riconosciuto come un luogo sacro, come peraltro racconta in chiave narrativa il romanzo “Le streghe del Monte Corno“.
Il 24 febbraio è il Giorno Pagano Europeo della Memoria, un giorno ideale per ricordare luoghi come questo. A questo giorno del 391 risale l’editto di Teodosio con cui l’imperatore proibisce di guardare le statue pagane, di svolgere i riti e frequentare i templi, che sono dichiarati fuorilegge.
La Chiesa in questo giorno ha collocato la celebrazione di San Mattia, apostolo che dopo l’Ascensione prese il posto di Giuda e che, secondo una leggenda, predicò nel paese degli antropofagi, mangiatori di carne umana, e così divenne patrono dei macellai. Oggi la festa è spostata al 14 maggio per non sovrapporsi alla Quaresima, ma alla data di oggi sono rimasti agganciati alcuni proverbi legati al santo e alla neve, ovvero alla sua presenza oppure al suo scioglimento, come “A San Mattia la neve per la via” e “A San Mattia la neve va via“.

Il 27 febbraio 1689 nasce Pietro Gnocchi, musicista e direttore d’orchestra, ricordato anche per la sua passione per la storia locale a Brescia: si occupò di censire le epigrafi e i marmi storici della città e della provincia.
Il 27 febbraio inoltre anticamente era una festa di Equirria, in onore di ‪Marte‬.
Un dio che ebbe a che fare col lago di Garda, quando in una guerra tra gli dei aiutò Nettuno nella sua lotta contro il dio Benaco. La leggenda è raccontata in “Leggende, curiosità e misteri del lago di Garda“, mentre sul presente sito è possibile visionare a questa pagina la genealogia degli dei su cui si basa la Saga delle Streghe Quinti, dove figura anche Marte.

Il 28 febbraio 1912 nasce Claretta Petacci, futura amante del Duce. Tradizionalmente, negli anni della Repubblica di Salò, fu ospite presso Villa Fiordaliso a Gardone Riviera, ma qualcuno afferma di averla avvistata in tempi più recenti a Salò. Qualche anno fa, infatti, è stato avvistato il suo fantasma, sul lungolago Zanardelli a Salò, all’altezza dell’ottavo lampione della passeggiata partendo dal ponte Viganò, di fronte alla gelateria Vassalli.