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Tav Brescia – Verona, il progetto corre ma non convince

di Simona Cremonini

tratto da Gardamantovanews.com, 18 novembre 2013
Il grande Corridoio 5 della viabilità europeo passerà anche per il basso Garda, con l’obiettivo di effettuare il trasporto ferroviario su lunga distanza di merci e persone sulla tratta che, in Italia, andrà a completare il percorso tra Torino e Venezia.
Non esiste ancora una parola definitiva né sul tracciato né sulla completa realizzazione della Tav/Tac stessa (intesa come Treno ad Alta Velocità ma anche ad Alta Capacità di merci), ma il percorso è avviato e porta nella direzione tracciata già nel 2003 con l’approvazione del progetto preliminare da parte di Regione Lombardia e di molti degli enti interessati (province e comuni).
L’occasione per approfondire il tema e fare il punto dei lavori in corso è stato uno degli incontri che il Comune di Desenzano del Garda ha previsto sul tema “Verso la Desenzano del 2020“, in vista della variante generale al PGT Piano di Governo del Territorio, perché ha sottolineato il sindaco Rosa Leso “Non si può prescindere, guardando al futuro di Desenzano, dalla rete di grandi infrastrutture con cui la città interagisce“.

A che punto è quindi la “Tav” bresciana-veronese?
A illustrarlo sono stati gli Ing. Carlo Faccin e Ing. Tiziano Andriulli del Settore Mobilità della Provincia di Brescia, che hanno ripercorso i primi lavori appena iniziati sulla tratta Treviglio-Brescia, in affiancamento ai cantieri già posati per la costruzione della Brebemi, la nuova autostrada Brescia-Bergamo-Milano. In particolare Andriulli ha illustrato la nuova stazione plurimodale che sorgerà a Montichiari e che dovrà essere la cerniera tra i vari servizi di trasporto del territorio: aeroporto, treno, taxi, autobus.
I lavori in svolgimento nella stazione di Brescia città, dove alla Tav saranno presumibilmente destinati i binari 6 e 7, porteranno anche a una revisione generale dei piani ferroviari della città.

Al tavolo dei relatori era presente l’assessore provinciale Corrado Ghirardelli, che descrivendo più nello specifico la Tav che passerà per le colline gardesane ha sottolineato come il progetto predisposto affianchi per buona parte le infrastrutture esistenti per minimizzare l’impatto ambientale. Ma occorre fare presto, secondo Ghirardelli, perché nel 2014 scadrà il termine perché RFI realizzi questo tratto: ovvero se la società del gruppo Ferrovie dello Stato non procedesse potrebbe essere abbandonato il progetto generale.
Dal canto suo il Governo in queste settimane ha stanziato 1,8 miliardi destinati alle tratte ferroviarie Bari-Taranto e alla Brescia-Verona, anche se senza specificare la precisa destinazione a ciascuna di esse.

A cosa serve la Tav?
E’ la domanda vera che risuona nel Palazzo del Turismo di Desenzano, dove già nel luglio 2012 si era cercato di alzare la voce per capire se e come spostare il tracciato, magari nel mantovano sotto l’arco delle colline moreniche. Anche perché ancora non è chiaro quali saranno le compensazioni (di natura economica e strutturale) che i comuni attraversati riceveranno, né si tiene conto di una sensibilità cresciuta nel corso di questi 10 anni dal progetto. Né le cifre risultano convincenti, perché il vantaggio per i viaggiatori, nel caso si potesse andare da Brescia a Roma con la rete veloce, sarebbe di guadagnare circa una quarantina di minuti, troppo pochi a detta di molti per sventrare un territorio non ancora del tutto compromesso e così vicino a quel lago di Garda che qualcuno vorrebbe candidare come sito Unesco.

Secondo Ghirardelli, la Tav va fatta, non perché lui abbia un’opinione precostituita ma perché il progetto che già è stato fatto è quello che crea il minor disaggio e il minor utilizzo di territorio, sfruttando come si diceva un tratto di territorio già impegnato per esempio dalla A4, e soprattutto nel minor tempo possibile: magari chiedendo tra le altre cose che non ci siano cantieri su questa tratta e sul lago di Garda. Uno spostamento a sud dell’arco morenico significherebbe non realizzarla più.

Ma esistono anche degli aspetti che accompagnano la questione Tav.
In primis l’aeroporto di Montichiari, che non è previsto come aeroporto passeggeri nei piani del governo, ma come aeroporto cargo. “E sull’altare di salvare Montichiari” sottolinea il sindaco Leso “non sacrifichiamo il nostro territorio, non scordiamo l’impatto che l’opera avrà sui vigneti del Lugana, sui siti Unesco di Lavagnone e Frassino, nonché l’aspetto idrogeologico” (basta ricordare, in zona, il caso della Galleria di San Zeno a Lonato, spesso allagata). Inoltre una questione molto spinosa riguarda i treni a breve distanza e i collegamenti Milano-Venezia, recentemente al centro della cronaca per la soppressione di varie corse giornaliere da pare della Regione Veneto. Come si intersecherà la Tav, realizzata per le lunghe distanze, con le esigenze di cittadini e pendolari?

Numerosi i rappresentanti di associazioni e i cittadini presenti in sala: l’assessore alla mobilità di Desenzano, Maurizio Tira, cercando di fare le somme dell’incontro, ha invitato a pensare già nei prossimi, ultimi mesi, di tempo a soluzioni concrete e soprattutto a non perdere altro tempo.